giovedì 15 novembre 2012

il gioco simbolico da un punto di vista linguistico...

Un 'area poco esplorata ma di enorme interesse è il rapporto tra il gioco simbolico e lo sviluppo linguistico. McCune Nicolich si accorse dell'esistenza di  una correlazione tra gli schemi autosimbolici e la formazione delle prime parole, sostenendo che tutti i bambini che disponevano dell'utilizzo del linguaggio rappresentazionale , ossia coloro che erano  in grado di riferirsi verbalmente ad  oggetti assenti,  riuscirono ad arrivare al livello del gioco decentrato. Viene posta particolare attenzione alla stretta coesistenza tra il gioco simbolico e la comprensione del linguaggio. http://www.tdmagazine.itd.cnr.it/files/pdfarticles/PDF24/Giochi_simb.pdf


Per quanto riguarda la capacità di organizzare gerarchicamente, il gioco viene a coincidere con  numerose combinazioni di parole. Solo in seguito lo sviluppo del linguaggio si distaccherà da quello del gioco avanzando più rapidamente.

sabato 10 novembre 2012

Continua lo sguardo ai restanti livelli...


Passiamo ad esaminare la terza fase ovvero quella in cui il focus
attentivo si sofferma sul  il gioco simbolico decentrato. A questo
livello di sviluppo il gioco diviene più astratto  e si discosta dagli
schemi sensomotori , i comportamenti che si riscontrano con     
frequenza  derivano dall'imitazione  delle azioni materne.  
L'imitazione svolge un importante funzione dal punto di vista
cognitivo ma anche affettivo in quanto il bambino attraverso 
di essa  stabilisce legami più solidi con la madre.  Qui il 
piccolo non è ancora in grado di combinare sequenza di azioni
simboliche diverse ma ne attua una alla volta.    




 Il quarto livello tratta dal gioco simbolico combinatorio che implica il riconoscimento di diverse componenti di una sequenza di azioni. Il gioco che precedentemente era rivolto esclusivamente ad oggetti ora si allarga ad interlocutori reali  mentre i giocattoli quali la bambola , l'orsetto ecc...  vengono animati dal bambino stesso.





Alla fine del secondo anno di vita la qualità del gioco simbolico è cambiata radicalmente, l' immaginazione del bambino non è più guidata  dagli oggetti e contesto ma è regolata  da un processo  cognitivo. Si tratta del quinto livello definito gerarchico in cui  il processo simbolico espresso nelle azioni del bambino segue un organizzazione temporale, tematica coerente.
  


I primi due livelli del gioco di finzione .


Il primo livello del gioco simbolico  è dato dagli schemi persimbolici. In questa fase emerge un particolare interesse del bambino verso l'uso convenzionale degli oggetti   ad esempio spingere una macchinina, fingere di bere da una tazza... 
Qui  vengono a formarsi gli schemi presimbolici in quanto  gli oggetti vengono utilizzati  in modo corretto ma fuori dal contesto normale. La caratteristica propria di queste azioni è la  loro  ripetitività  come fosseri rituali, costruendo ( secondo Piaget) un vero e proprio processo verso il simbolismo astraendo  azioni reali  per  poi evocarle simbolicamente in un secondo momento.
A questo stadio l'atteggiamento nei confronti di giochi ed oggetti di vario tipo  è dettato da una conoscenza funzionale  ed è dunque  è molto realistico.



Il secondo livello  fa riferimento agli schemi presimbolici . In questa fase si nota un netto  cambiamento nell'atteggiamento del bambino nei confronti della realtà , il quale risulta essere  consapevole della differenziazione mentale  tra ciò che è letterale  e ciò che è per finta . Il bambino manifesta tale consapevolezza sia esagerando l'azione  sia aumentado particolari espressioni del volto  che evidenziano  il confronto mentale operato dallo stesso.

mercoledì 7 novembre 2012


McCune Nicolich nel 1981 definisce il gioco simbolico attraverso sei criteri:

  • Gli oggetti inanimati sono trattati come se fossero animati , per esempio imboccare una bambola.
  • Le attività quotidiane sono svolte senza gli oggetti necessari come bere il latte da una tazza vuota.
  • Il bambino compie azioni che in genere sono svolte da altre persone ( telefonare, cucinare)
  • Le attività non giungono al risultato abituale.
  • Un oggetto è sostituito da un altro  ovvero un bastone potrebbe divenire un cavallo.
  • Il bambino segnala con espressioni del volto o altri comportamenti la non letteralità delle sue azioni.
Dall'insieme di questi creteri emerge  l'azione trasformativa nei confronti della realtà tipica del gioco simbolico .

Tratto dal " Il gioco dei bambini"  Emma Baumgartner.

Come si evolve il gioco simbolico ?...


Il gioco simbolico con l'aumenare della capacità  di simbolizzazione del bambino cambia.
Inizialmente durante i primi giochi di finzione  il piccolo assume un ruolo attivo ed i suoi partner  che siano reali o meno, ne hanno uno passivo. 

Progressivamente con la maturazione di tale abilità diminuisce parallelamente la necessità di utilizzare oggetti reali in quanto tutto può trasformarsi in  qualcosa d'altro , si passerà dunque  ad organizzare in modo cerente  la sequenza ludica  esprimendola  anche verbalmente.
Le fasi del cambiamento del gioco  correspondono a tre precisi passaggi cognitivi:
  1. Decentramento è la fase in cui  la finzione viene estesa agli altri che si trovano in un livello immaginario inizialmente sono passivi e progressivamente divengono attivi tramite l'animazione effettuata dal bambino.
  2. Decontestualizzazione fase a cui è  riferita la " produzione nel vuoto" di comportamenti familiari come ad esempio mangiaere, dormire...
  3. Processo di integrazione è il livello in cui il bambino rivolge la stessa azione a più persone coordinando e collegando diversi atti in sequenze temporali causali in maniera coerente.

martedì 6 novembre 2012

Il ruolo delle fiabe nella costruzione dei simboli.

Le  fiabe  hanno un importanza fondamentale nella sollecitazione dello sviluppo del   simbolismo durante l'evoluzione psichica del bambino. Le favole  hanno  la capacità  di dare un  nome alle emozioni come  ad esempio la paura  , sperimentare ruoli nuovi e creare momenti di condivisione di ascolto attivo in cui i bambini hanno la  possibilità di assimilare significati  , immaginare situazioni "calarsi" nei panni di personaggi  fantastici con l'occasione di riadattare sequenze , finali in funzione delle proprie esigenze emotive. http://www.psicologi-italia.it/psicologia/famiglia-e-bambini/846/le-fiabe.html

Il raccontare storie aiuta a svilupare un pensiero divergente basilare per educare la mente ad essere flessibile evitandone la rigidità, responsabile della formazione delle stereotipizzazioni.